Google

01 gennaio 2006

Odori del passato...


Potremo mai dimenticare le grida di gioia dei bambini all'uscita di scuola? Immancabilmente segnavano la fine delle lezioni.
Quel suono arrivava alle orecchie, unico e inimitabile, e accompagna i ricordi scolastici di tutti noi. Era gioia di poter tornare al nostro mondo, alle mamme amorevoli che ci venivano incontro.
Liberi, finalmente!
Fuori, tutti fuori. Fuori da quei casermoni tetri, tristi e bui dentro i quali eravamo chiamati ai nostri doveri, al silenzio, alla disciplina.

L'ora della ricreazione.

Magico evento di socializzazione secondo solo ai pochi minuti che precedevano il suono della campana d'ingresso.
Approfittavamo di questi frangenti per scambiare "figurine", biglie o chissà cosa, per commentare gli spettacoli televisivi del giorno prima (trasmessi dagli unici due canali Rai), per tessere le nostre amicizie o morire, ma rigorosamente di nascosto, dietro il verde dei meravigliosi occhi di quella del terzo banco, che non ci filava neanche un po'.

Poi gli odori.

L'odore di scuola!
Quell'odore così particolare che ancora oggi si respira e che noi adulti continuiamo a percepire quando torniamo in questi locali per accompagnare i nostri figli o in occasione delle votazioni per le elezioni politiche. Una "fragranza" frutto di un miscuglio d'odor di carta, colori, colle, umori di bambini, disinfettanti e qualche ingrediente segreto, forse magico, che esprime la personalità finale di quello che io definisco "l'odore di scuola".

E i bidelli?

Dopo la maestra le figure più importanti per un bambino. Sempre pronti ad intervenire in nostro soccorso, sempre dolci, spesso amorevoli. Se la maestra era affettuosa e presente come può esserlo solo una mamma, loro erano premurosi come nonni.