Solo di pannolini… e le pappe? Poi crescono troppo in fretta! Le scarpine che hai acquistato solo poche settimane prima sono già piccole… e non sono l’unico problema, non si finisce più! Bisogna riflettere bene prima di mettere al mondo un figlio. Devi garantirgli una vita serena. Magari rinunciare a cose che t’interesserebbe fare... ma tuo figlio no! Lui non deve patire privazioni.
Sono miliardi i pensieri che t’impediscono di fare il passo o che rallentano la decisione.
Eppure il primo ingrediente, il più importante e unico davvero indispensabile, è
l’amore.
Un figlio lo devi volere prima col cuore, poi con la testa. Tutto il resto verrà da sé.
Cominciai a parlare con la mia prima figlia già dal primo giorno in cui seppi che io e mia moglie ce l’avevamo fatta ( al secondo tentativo!). Le parlavo ogni giorno. Quel pancione cresceva e io comunicavo con lei parlandole come se fosse la cosa più logica e naturale. Lei era lì dentro, immersa nel liquido amniotico, e io dall’altra parte dell’universo, nel nostro mondo reale…
Quando nacque andai incontro a mia moglie, stesa sulla lettiga in sala pre-parto. Il fagottino, mia figlia, era adagiato sul suo braccio sinistro con la testina rivolta al viso della madre ma nel momento in cui sentì la mia voce quella testolina si voltò verso me, riconoscendone il suono. Era veramente bella. Non ebbi più dubbi: giusta scelta volere un figlio, allargare la famiglia.
I primi bagnetti, i dentini, le prime parole, la prima volta che sta in equilibrio, i primi passi, le prime note sul pianoforte… Arriva la sorellina, si trasforma in mammina responsabile, gli occhiali, il primo giorno di scuola, impara a scrivere e leggere, arrivano i caratteri sessuali secondari e la sua chiusura in riservatezza totale (al contrario della sorella che si apre a confidenze e a ricerca di complicità per l’evento!) i primi amori, le prime delusioni, i cellulari e gli infiniti ticchettii di dita frenetiche sulla tastierina che diffonde parole nell’etere sotto forma di sms…
Ho scelto, ed avuto la fortuna, di avere due figli: più precisamente sono padre di due ragazze…
Ho la certezza di aver creato le migliori condizioni perché loro non si debbano lamentare di avere un padre rompi… eppure non sono riuscito a sfuggire alle loro critiche e ad atteggiamenti, anche di sfida, che mi hanno messo molte volte in difficoltà.
I figli non sono mai soddisfatti dei genitori che hanno?
Non so rispondere. Io ho avuto e continuo ad avere un rapporto difficile coi miei genitori e, secondo me, ho creato le migliori condizioni per non far soffrire le mie ragazze per motivi analoghi.
Dal primo dell’anno non mi relaziono con loro. Evito di parlare con le ragazze a tavola o nel corso della giornata. Solo “Ciao” e “Buonanotte”.
Ho scelto di farlo perché sono stanco di dare e non ricevere. E non parlo di cose particolari: parlo
d’amore e rispetto. Lo stesso che ricevono da me.
Per Capodanno sono andate ad Alghero. A mezzanotte le ho sentite fugacemente, poi ho mandato loro un sms. Il giorno successivo, in mancanza di contatti, ho telefonato alle 14.00. Ho svegliato Raffaella, ma Giulia era sveglia dalle 11.00. E non ha pensato di farci uno squillo? Non ha sentito il desiderio di sentirci?
Sono ragazzi… i tempi sono cambiati… devi capire… bla bla bla....
Quante volte mi sono sentito dire queste enormi cazzate. Ma l’amore? Dov’è l’amore? Dov’è quell’amore simile a quello che mi ha dato la forza di metterle al mondo, di educarle a crescere nel rispetto di valori unici e irrinunciabili come la famiglia? Perché l’indifferenza anziché l’amore?
2 gennaio. Sveglio dalle sei di mattina, a causa di un vento battente e pioggia fitta, il primo pensiero è per mie figlie che oggi dovrebbero rientrare. Sono preoccupato perché in passato sono uscito fuoristrada parecchie volte a causa della pioggia. Vado a lavoro e sul giornale leggo della tragedia di Tortolì. Una Jeep volata nel vuoto e tre giovani vite spezzate. Il pensiero che potevano essere mie figlie…
Una intera mattinata trascorsa ad attendere uno squillo per sapere quando sarebbero partite… nulla!
Alle 14 sono a casa e mia moglie mi comunica di aver parlato con loro e che sarebbero rientrate nel primo pomeriggio. Ma, dico io, uno squillo potevano farmelo. Possibile che da ieri (e le ho chiamate io!) non sentono il bisogno di sentire il padre?
- Beh… sai Giulia è sconvolta perché una sua amica è morta in un incidente stradale a Tortolì. Ho chiamato io ed è uno straccio...
Lo straccio sono io che non riesco a capire perché mie figlie non sentono la necessità di comunicare con me, di farmi uno squillo per tranquillizzarmi o solo per dirmi: “Ti voglio bene…”. Perché?
Ne parlo con mia moglie. E mi infervoro anche! Non lo accetto: Non sono un padre che si merita figli come questi. Lei annuisce, mi da ragione. Capisce che non è giusto ma cerca di collegarlo al fatto che è morta un’amica di Giulia. Vabbè! Ma l’altra sorella? Quella non poteva chiamare?
Vado a lavoro con i nervi a fior di pelle. Sono furibondo. Non ho ancora neppure parcheggiato che mi squilla il cellulare. È Raffaella. Respingo la telefonata. Entro in ufficio. Altro squillo. Respingo ancora. Terzo squillo. Respingo e chiamo mia moglie. “Non mi interessa che mi chiamino a seguito di un tuo intervento. Pretendo le loro scuse per questo atteggiamento ingiusto e inqualificabile.”
Mi arriva un sms. “Stiamo partendo. Baci…”
BACI? …BACI??? E che sono: il vicino di casa della loro amica? Ma scherziamo?
Baci????
Non ci sto. Quando torno a casa mi vengono incontro per un fugace saluto. Poi spariscono. E le scuse? Ma non ci sono spazi per chiarire che così non si fa?... Pare di no.
Mi meraviglia mia moglie. Tranquilla.
E ridono e discutono di tante cose… io non sono oggetto di discussione, cazzetti miei… mi passerà. Il giorno dopo ( mi sono preso ventiquattro ore di tempo ) le cose non cambiano. Anzi mia moglie è ancora più “ciuciuciù” che mai con le ragazze. E allora chiudo il rubinetto anche con lei.
Sono trascorsi 15 giorni e nulla si muove…
I nostri figli sono la nostra eredità. Ma a me quest’eredità non piace.
Non sono l’immagine di ciò in cui credo io. Così non possono essere la mia eredità...