Google

03 febbraio 2006

Il suo modo di intendere la vita è poesia...



A giorni sarà pubblicato il mio secondo libro. Una raccolta di racconti che esplorano il tema dell'amore. La presentazione della raccolta è stata affidata ad un caro amico: Efisio Cadoni. La prefazione, invece, al Prof. Renzo Cao, critico letterario, che di Cadoni si è spesso occupato in passato fino ad inserirlo nell'antologia di scrittori sardi contemporanei "L'altra letteratura", opera curata dallo stesso Prof. Cao.
Scusate se è poco!
Efisio l'ho conosciuto per il tramite del mio editore alcuni anni fa.
E' un personaggio.
Unico.
Vi invito a conoscerlo meglio attraverso questa intervista, a mia firma, che venne pubblicata su "Il Campidanese" nel gennaio 2005.
Una sola, ultima, curiosità che non riportai nell'intervista: Efisio è cugino di Giuseppe Dessì (Il paese d'ombre) e tra i tanti libri da lui pubblicati uno si intitola: "Storie del paese d'ombre. A parole."


Pittore, scultore, poeta, scrittore, storico e ricercatore, giornalista e linguista. Qualcuno lo definisce polemista ( chi sostiene le proprie idee con spirito positivamente polemico e non un polemico in senso spregiativo, che ha tono aggressivo, provocatorio e manca d’obiettività ) ma lui non ci sta.

Preferisce definirsi poeta.

Non c’è scampo: ha ragione lui. Come non dargli ragione? Osservandolo attentamente ci si accorge che dietro quegli occhi azzurri, sotto quei canuti baffi, dietro l’imponente figura che ricorda Giovanni Fattori col suo borsalino in testa, c’è ancora l’anima di un bambino mai cresciuto con tutta la sua voglia di esplorare, scoprire e stupirsi ogni giorno.
Ecco, così, che anche la sua pittura diventa poesia e le sue famose streghe scolpite ( is cogas ) sono poesia.

Il suo modo di intendere la vita è poesia.

Ti colpisce l’umiltà che lo distingue nonostante il prestigio personale raggiunto attraverso i successi di un’esistenza spesa per l’arte.
Immergiamoci nel suo ambiente: il suo studio, la sua scrivania, sono un concentrato di spaventoso disordine dove, però, trovano posto alcuni suoi grandi amori: i libri, la collezione di penne, la collezione d’orologi da taschino …
A tal proposito mi viene in mente che qualche settimana fa, una fredda sera di dicembre, a casa sua tra gli altri ospiti era presente Benito Urgu. Notando alcuni vuoti nella bacheca che accoglie i suoi amati “cipolloni” Benito ne chiese il motivo.

- “Quando si sposa uno dei miei figli io regalo loro uno dei miei orologi, a scelta…”

E Benito con gli occhi da gazza ladra:

- “Io mi sono appena risposato a Cuba! Posso prenderne uno anch’io?”

Al primo piano della sua casa una pinacoteca personale con quadri di straordinari e famosissimi autori ( mi vengono in mente Paolo Glissardi, Antonio Ligabue…) che raccontano una vita d’incontri speciali, di una vita speciale.
Se è vero, come si dice, che le persone si conoscono meglio a tavola allora io sto imparando a conoscerlo bene. Ci finiamo regolarmente! E qui ci si racconta.
I confronti dialettici, le storie della sua vita, il suo amore per Villacidro sono stati il modo migliore per conoscerlo e imparare a capirlo, a tavola… tra una pietanza e una risata, tra un bicchiere di vino, di cui è buon intenditore, e una polemica costruttiva. Conosciamolo meglio insieme…

- Liceo classico, 14 esami in facoltà di giurisprudenza poi il matrimonio, nel ’71. Cinque figli e addio all’Università. Sono stato educato alla vita liberale, a nutrire uno spirito liberale, da un mio fratello che già quando ero ragazzo mi parlava di Abram Bergson, di Voltaire, di Cavour, del socialismo… e sono riuscito a conciliare queste mie convinzioni anche con persone che non la pensano come me. Fin dal liceo. Avevo un insegnante d’estrazione marxista che mi rispettava e che amava confrontarsi con me su questi temi.

La donna…

- Per sua natura è procreatrice e permette, attraverso i nostri figli, di continuare nel tempo. È fonte di sentimenti. I sentimenti d’ogni uomo sono legati alla donna.

Dio…

- È una presenza costante in ognuno di noi e non potrei mai rifiutarLo. Anche se non seguiamo completamente i suggerimenti di Suo Figlio, attraverso il Vangelo, Lui è sempre presente. Anche quando Gli andiamo contro.

Essere o Avere?

- È importante anche avere. Certamente meglio essere. Essere sinceri con se stessi, in particolare, essere convinti di fare bene e di fare del bene per gli altri. Non avere dubbi sul fatto di aver dato tutto di se stessi.

Oggi o Domani?

- Vivere il momento, sicuramente è bello e importante. In questo momento siamo insieme e questo ci fa piacere. Quello che facciamo oggi, però, deve avere senso per domani.

Cos’è la morte?

- La morte è l’inesistenza, non avere più rapporti con gli altri. Per un credente è solo un passaggio ad un’altra condizione, migliore di quella che ci appartiene.

La gioventù odierna…

- A me piace molto socializzare. Non faccio distinzioni d’età perché sto bene con tutti. I giovani, se ben guidati, possono contribuire più di quanto abbiamo fatto noi. Hanno i mezzi per poterci riuscire.

Quale potrebbe essere la tua eredità per i giovani?

- Se devo lasciare qualcosa, egoisticamente, direi la poesia. È l’unica cosa che aiuta a porsi dubbi e anche a superarli. Altrimenti un consiglio: essere sempre in pace con se stessi, pensare che viviamo in una società che non privilegia chiunque e che bisogna dare una mano a chi ha bisogno.

Tra tanti lavori, da tempo, Efisio sta realizzando un testo unico nel suo genere. Un vocabolario sui “falsi cambiamenti di genere” o, come ama definirli, sui vocaboli dissentanei, contrastanti. Quelle parole, vale a dire, che hanno un senso al maschile e uno diverso al femminile ( es.: porto, porta). Un compito che divide tra la campagna, le sculture, la pittura, il giornalismo.
Mi permetto, a questo punto, di esprimere il mio pensiero su quale può essere la vera eredità di Efisio. È questo continuo impegno, che accompagna il suo quotidiano. Un esempio da imitare, una strada da seguire: può dare senso alla nostra esistenza.