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28 gennaio 2006

Il primo campeggio...


A diciotto anni feci l'esperienza del mio primo campeggio.
A Villasimius c'ero stato per la prima volta solo due settimane prima, per alcune serate di "Piano Bar" al Simius Playa. Ero incantato dalla bellezza di quei posti meravigliosi, ancora poco frequentati.
In quella occasione presi una sbandata per una ragazza francese veramente bella (la copertina di VOGUE di alcuni mesi prima la vedeva protagonista).
Ma cominciamo per gradi.
Partimmo in quattro: io, Roberto D., Mauro P. e Sandro A.
Campeggio libero!
Al nostro arrivo ci piazzammo vicini ad una tenda occupata da alcuni ragazzi di Monastir (CA). Io ero decisamente afono. La sera prima ero stato ad un concerto in piazza di musica reggae. Era di Emy Anderson, un cantante di colore giamaicano particolarmente famoso all'epoca e avevo gridato e urlato come si conviene in un simile contesto. Durante il frugale pasto (panini per cena!) i ragazzi di Monastir ci fecero notare una tenda canadese occupata da alcune belle donne arrivate due giorni prima. Prede impossibili, secondo loro ma non secondo me. Studiai, con Sandro, la possibilità di un approccio e decidemmo di invitarle per un caffè. Ci avvicinammo alla loro tenda e ...il risultato fu che loro si spaventarono e urlarono. A nulla valsero i miei tentativi, in inglese considerato che non parlavo francese, di spiegare che non avevamo cattive intenzioni. Tornammo sui nostri passi veramente preoccupati, e qualcuno gia parlava di possibili denunce a nostro carico, poi il miracolo: una di loro era ortofonista e, colpita dalla mia raucedine, decise di avvicinarsi insieme alle altre due per somministrarmi un fenomenale aerosol. Una volta chiarite le nostre buone intenzioni prendemmo un caffè insieme.
Giustificai la mia raucedine col fatto che ero stato invitato dal "mio amico Emy Anderson" ad un suo concerto e che mi ero sgolato cantando con la sua band. La sparai veramente grossa!
Loro conoscevano il cantante, ma fui creduto e mi guadagnai una certa simpatia.
Dal giorno dopo cominciai un corteggiamento stretto con il contributo di enormi stelle marine, che andavo a pescare al largo della spiaggia, caricature, ritratti e canzoni al chiaro di luna.
La nostra settimana volgeva al termine.
I vicini di tenda facevano a gara per invitarci a cena ogni notte. La chitarra era un buon traino, e il mio repertorio era vasto. Mauro ( mio alter ego alla chitarra ), a disagio per la vita da campeggiatore, ci aveva lasciati gia dal secondo giorno ma la cosa non ci creava problemi. Sandro propose un addio in grande stile.
Coi soldi risparmiati nel corso di una settimana di cene a scrocco comprammo carne, pesce, cioccolatini, vino e whisky.
La sera ci riunimmo intorno ad un grande falò, cenammo con piacere ed allegria e io continuai a corteggiare senza tregua. Risultato: prima riuscii a strappare un piacevole bacio all'ortofonista, poi vinsi ogni titubanza e mi dedicai alla sua amica modella, Anita.
Non c'era verso di convincerla a darmi un bacio. Mi dovetti arrendere e allora le offrii un bacio di cioccolato. Mi guardò con tenerezza mentre traducevo per lei il bigliettino. Fu così che si mise il cioccolatino tra i denti e mi offrì di addentarne la metà. E io lo trasformai in un bacio vero. Fu un lungo, tenero e dolce e mi rubò l'anima.
Poi, lei, come se si svegliasse d'improvviso, mi allontanò dolcemente dicendomi: "Non è possibile " . Aveva ventisette anni e la cosa la imbarazzava molto.
Passeggiammo fino all'alba mano nella mano, ma ci baciammo ancora ... teneramente.

Il giorno successivo partii in lacrime. Ci demmo appuntamento al porto di Cagliari per la settimana seguente.
Ad aspettarle ero andato con Mauro. Al loro arrivo ci abbracciammo tutti tra le lacrime. Lei era più bella che mai e io avrei voluto mollare tutto per partire con lei. Ad un tratto una delle tre francesi esclamò: "Ma quello non è Emy Anderson?!?" Avrei voluto scappare o peggio sotterrarmi o non essere mai esistito. Come al solito la mia faccia di bronzo mi salvò la vita!
Mi armai di un immenso coraggio e gli andai incontro felice e sorridente. Contavo sul fatto che aveva visto tanta gente nei giorni precedenti. Gli dissi:" Emy amico mio, come stai? È un piacere rivederti ancora in Sardegna, permettimi di presentarti le mie amiche " Lui convinto di conoscermi, e anche bene, mi venne incontro abbracciandomi come si fa con un vecchio amico, e mentre stringeva le mani alle francesi, io venivo calorosamente abbracciato dalle sue splendide coriste ...insomma, ne uscii alla grande!

L'ultimo ricordo di lei è un tenero bacio salato che ci demmo prima dell'imbarco.
I nostri occhi erano pieni di pianto.




brano tratto da "Coriandoli" - Gianni Piludu
Centro Studi Stampace Editore